Toscana, Poggibonsi, S Lucchese, Bella Medaglia Dorata

Valore stimato —62.99

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S. LUCCHESE

Primo Terziario Francescano

 

 

Bella medaglia in metallo dorato, raffigurante il noto Santo di Poggibonsi;

 

 

misura cm. 2,5 circa(diametro); in metallo dorato, con monogramma in basso a sinistra "GG";  databile alla metà del '900 (?)

 

 

 

DI INTERESSE COLLEZIONISTICO DEVOZIONALE STORICO-LOCALE

 Buona conservazione generale, usuali segni o difetti d'uso e d'epoca, munito di spilla per appuntare la medaglia ad una giacca.

 

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S. Lucchese da Poggibonsi

Lucchese (o Lucchesio) nacque nel 1181 da una povera famiglia di agricoltori nella località di Gaggiano.
Il giovane, all’età di venti anni, decise di arruolarsi nell’esercito guelfo impegnato a combattere le truppe imperiali; tempo dopo, in seguito ad una sconfitta, si vide costretto a fuggire e cercare rifugio altrove.
Lucchese raggiunse, così, Poggibonsi (che in quel periodo, con il nome di Poggiobonizio, stava godendo una sorta di “boom economico” medievale) e qui conobbe Bonadonna, della nobile famiglia Segni, la quale riuscì a convincerlo a lasciare il mestiere delle armi.
La donna lo condusse a lavorare presso la sua famiglia, dedita al commercio, e Lucchese divenne talmente esperto, che in poco tempo riuscì a mettersi in conto proprio e ad aprire una macelleria suina.
Non solo, riuscì anche a diventare un affermato cambiavalute: sempre più attratto dalla ricchezza, organizzò una grande speculazione sul grano, che lo arricchì ulteriormente.
Infatti, in quei periodi le guerre si succedevano una dopo l’altra, intervallate da tremende carestie, e in questi periodi il prezzo del frumento saliva alle stelle: Lucchese, grazie alle sue grandi capacità economiche, iniziò ad acquistare il grano durante i rari periodi di pace, per rivenderlo poi a prezzo enormemente maggiorato durante i gravi periodi di carestia, traendo, conseguentemente, enormi profitti.
Ma un giorno, uscendo di chiesa dopo aver assistito alla Messa, venne affrontato da uno dei tanti uomini, che con la sua speculazione aveva ridotto sul lastrico: il pover uomo lo accusò di averlo messo alla fame con le sue speculazioni.
Questo incontro turbò profondamente l’animo di Lucchese, tanto che, quando sentì dire che S. Francesco sarebbe passato da Poggibonsi, decise di andare a vederlo e ad ascoltare la sua parola.
E il Santo di Assisi, giunto nella Val d’Elsa e a Poggibonsi nel 1221 (vi era già passato l’anno precedente) operò il miracolo: infatti Lucchese, dopo averlo ascoltato, decise di donare i suoi beni ai poveri e vivere di fraterna carità unitamente a sua moglie Bonadonna.
La sua vita fu improntata al rigore dell’Ordine francescano, tanto che quando morì, nel 1250, la gente di Poggibonsi lo riteneva già in odore di santità.
Lucchese venne sepolto nella chiesa di S. Maria a Camaldo, ma già alla fine del secolo la popolazione volle edificare in suo onore una nuova basilica.
E pochi anni dopo la sua morte venne iniziata la costruzione della Basilica e del Convento, che avrebbero preso il suo nome: S. Lucchese. (a cura di Paolo Rossi) dal web

 

 

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